Open Arms: gli avvocati di parte civile chiedono un risarcimento per i naufraghi e le ONG coinvolte a Salvini. Ecco tutti i dettagli.
Il processo Open Arms contro Matteo Salvini entra nel vivo. Gli avvocati di parte civile hanno richiesto oltre un milione di euro come risarcimento per i migranti e le ONG coinvolte, oltre alla condanna penale dell’ex ministro dell’Interno. Secondo il legale di Open Arms, “ci sono tutte le condizioni per affermare la responsabilità penale” di Salvini per il sequestro di 147 migranti avvenuto nel 2019.
Le richieste delle parti civili e il risarcimento milionario
Come riporta TgCOM24, durante l’udienza odierna del processo Open Arms, gli avvocati di parte civile hanno ribadito la loro richiesta di oltre un milione di euro come risarcimento danni per i naufraghi e le organizzazioni coinvolte. “Sono emerse le vicende terribili di chi è stato ostaggio sulla nave per tanti giorni in condizioni disumane”, ha dichiarato l’avvocato, rappresentante dell’ONG Open Arms, sottolineando come molti dei migranti fossero sopravvissuti a torture nei campi libici.
Secondo le parti civili, Salvini avrebbe violato le leggi italiane e le convenzioni internazionali sui diritti dei migranti, trattenendo i naufraghi in mare in attesa di un’autorizzazione allo sbarco che sarebbe dovuta essere immediata. Oltre alla responsabilità penale, gli avvocati hanno chiesto alla corte di riconoscere anche la responsabilità civile di Salvini, il quale potrebbe essere costretto a risarcire per un milione di euro non solo i singoli migranti, ma anche le associazioni e ONG coinvolte nell’operazione di salvataggio.
Il futuro del processo e le attese sull’arringa difensiva
Il processo continuerà il 18 ottobre, con l’attesa arringa della difesa di Salvini, che cercherà di smontare le accuse di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio. Il pubblico ministero ha già chiesto una condanna a sei anni di carcere per l’ex ministro, ritenendo che le azioni di Salvini siano state illegali e contrarie alle norme internazionali.
“Riteniamo che ci siano tutte le condizioni per affermare la responsabilità penale dell’allora ministro dell’Interno”, ha concluso l’avvocato di Open Arms, convinto che la corte riconoscerà le violazioni commesse.